Dal 1990 al 1993: la storia della Carlo Delfino editore

Dal 1990 al 1993: la storia della Carlo Delfino editore

1990

Cominciamo gli anni Novanta con un’opera fortemente voluta dalla Regione Sardegna.

Nel 1987 si tiene a Cagliari un convegno che ricorda i cento anni dalla morte di Giovan Battista Tuveri, parlamentare, pensatore e giornalista dell’Ottocento sardo.

Nasce così l’idea di raccogliere tutti i suoi scritti in sei volumi, pubblicati come noto dalla Carlo Delfino editore.

Giovan Battista Tuveri – Tutte le opere, è il titolo della ricca raccolta.

Il volume 1, curato da Aldo Accardo, Luciano Carta e Sebastiano Mosso, con introduzione di Norberto Bobbio, contiene l’opera più celebre del Tuveri, Del diritto dell´uomo alla distruzione dei cattivi governi, dove espone le sue teorie sul diritto del popolo a ribellarsi contro un governo incapace; e un importante inedito giovanile, Il veggente.

Il volume 2, curato da Maria corona Corrias e Tito Orrù, comprende il saggio Della libertà e delle caste, considerato il secondo per importanza del Tuveri, e Sofismi politici, relativo ad ambiguità e falsi concetti presenti nel linguaggio dei governanti.

Il volume 3, curato da Girolamo Sotgiu, raccoglie gli Opuscoli politici, la raccolta dei libelli polemici scritti contro Giovanni Siotto Pintor e gli Specifici di Gio. B. Tuveri contro il codinismo.

Nel volume 4, curato da Lorenzo Del Piano e Gianfranco Contu, traspare – forse meglio che negli altri – come il Tuveri non fosse soltanto un teorico della politica ma seguisse con attenzione anche i problemi concreti del suo paese e dell’isola. Il Governo e i Comuni e La questione barracellare sono i due saggi contenuti nel libro.

Il volume 5, curato da Lorenzo Del Piano, Gianfranco Contu e Luciano Carta, contiene gli Scritti giornalistici unitamente a Questione sarda, federalismo, politica internazionale, questione religiosa.

La produzione giornalistica del Tuveri, a parte l’interesse intrinseco, conserva piena validità in almeno due punti: nella cura con la quale l’autore cercava di chiarire al lettore di media o mediocre cultura i problemi dei quali intendeva occuparsi, e nell’esigenza – direttamente o indirettamente sottolineata in tanti suoi articoli – di non abbandonarsi a ideologismi astratti e pregiudizi di scuola, ma di tener sempre presente la realtà in generale. E, per i sardi, la realtà sarda.

Infine il volume 6, curato da Antonio Delogu, contiene Gioele Solari: “Per la vita e i tempi di G. B. Tuveri”.

I saggi sardi solariani sono importanti anche perché ricostruiscono la storia della cultura filosofica, giuridica e politica della Sardegna dell’Ottocento sullo sfondo della realtà economico-sociale e politica isolana.

Le vicende culturali sono rivisitate con forte attenzione critica al contesto socio-politico.

Solari avverte che la storia isolana è stata ingiustamente trascurata dalla storiografia italiana nonostante l’interesse delle sue vicende culturali, manifestando inoltre interesse verso Tuveri in quanto «una delle più belle figure del Risorgimento sardo» che dette ai sardi coscienza politica.

I 6 volumi sono usciti suddivisi nell’arco di tredici anni, dal 1990 al 2003.

Non solo politica ma anche ambiente, con il volume di Franco Puddu e Maria Viarengo dal titolo Animali di Sardegna – I mammiferi, che descrive le specie presenti in Sardegna con un linguaggio scientificamente corretto ma allo stesso tempo accessibile a tutti.

A quest’opera segue quella del 2003, realizzata dagli stessi autori ai quali si aggiunge Pietro Pisano, dal titolo Animali di Sardegna – Gli insetti.

L´opera fornisce un quadro generale degli insetti della Sardegna mediante una trattazione a tutto tondo che considera l’aspetto tassonomico, biogeografico, biospeleologico, biologico, ecologico, protezionistico e legislativo. Il volume è corredato da un glossario dei termini scientifici e da due indici che permettono di risalire alla specie o al gruppo, conoscendo il nome dialettale, italiano o latino delle specie. Le fotografie sono tutte inedite e le riprese sono state effettuate nel loro ambiente naturale.

Per quanto riguarda le specie vegetali , ricordiamo Orchidee spontanee della Sardegna – Guida al riconoscimento delle specie, di Cesario Giotta e Marcello Piccitto.

I due autori, appassionati naturalisti, hanno compiuto una ricerca sul campo che si è estesa dall’Ogliastra a tutta l’isola: le schede illustrate che hanno preparato presentano ben 46 specie di orchidee.

Infine citiamo anche Piccoli arbusti – Liane e suffrutici spontanei della Sardegna, di Ignazio Camarda e Franca Valsecchi, entrambi docenti di botanica all’Università di Sassari.

Il libro presenta uno studio accurato delle specie meno note tra quelle che fanno parte dei boschi, delle macchie e delle garighe dell’isola.

1991

Nel 1990 è stata la volta della Pharmacopoea Sardoa di cui Giacomo Leopardi, presidente dell’Ordine dei Farmacisti, scrisse che quella raccolta di ricette costituiva alla prima pubblicazione, nel 1773, il «tentativo di codificare secondo metodi e criteri scientifici rigorosi i rimedi alle malattie».

Edita per la prima volta nel 1853, pubblicata in anastatica da Carlo Delfino editore nel 1991 e riproposta ancora nel 2004, la Farmacopea per gli stati sardi consiste in una raccolta di ricette dimostrante l’evolversi della farmacologia moderna e, al contempo, l’evoluzione intrapresa dalle scienze mediche, chimiche e biologiche.

Anello di congiunzione tra il Regno di Piemonte e il nuovo Regno d’Italia, quest’opera rappresenta in maniera evidente il cammino del farmaco avvenuto nei cento anni che la separano dalla citata Pharmacopoea Sardoa;

ed infatti mentre il Settecento segna l’inizio di una revisione di quella farraginosa materia medica caratterizzata dal vecchio concetto della terapia galeno-araba , con l’Ottocento nasce la farmacologia sperimentale e nuovi indirizzi si delineano nella lotta contro le malattie.

La rapida evoluzione delle scienze chimiche e biologiche appare evidente dalla comparazione di queste due raccolte segnando il tramonto di molte droghe animali e vegetali e delle loro formulazioni che da secoli venivano impiegate.

Anche per questo, la seconda Farmacopea viene stampata in italiano anziché in latino e strutturata come un moderno ricettario.

L’opera contiene anch’essa una prefazione di Giacomo Leopardi, oltre ad una presentazione del prof. Leonardo Colapinto, libero docente di storia della Farmacia presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

Passiamo dalla medicina all’archeologia con il volume Il convegno archeologico in Sardegna. 1926.

Come spiega Giovanni Lilliu nella presentazione, Antonio Taramelli volle fissare con questo convegno del 1926 – svoltosi tra Cagliari e Sassari – il punto delle scoperte fatte in Sardegna nel primo quarto del secolo scorso.

Questa edizione costituisce un’anastatica di quella datata 1929 e appartiene alla collana Serie reprints.

Sempre in tema di archeologia, esce quest’anno anche Il museo archeologico di Sassari G. A. Sanna, guida per la collana Sardegna archeologica scritta da Fulvia Lo Schiavo.

Nel testo, alle notizie sulla formazione della raccolta e il riordinamento che l’ha interessata anni addietro, segue l’itinerario di visita: dalla serie di sale dedicate all’archeologia alla pinacoteca e alla sezione etnografica.

Per chi non avesse ancora visitato il Museo Nazionale di Sassari un’occasione per prepararsi dal punto di vista teorico.

Stessa collana ma diversa autrice, in questo caso Francesca Galli, per la guida dedicata a Padria – Il museo e il territorio; che racchiude un’accurata descrizione dei materiali – in particolare un’interessante serie di terrecotte votive d’epoca romana – che l’Amministrazione comunale del paese ha raccolto dal 1989 nel piccolo museo locale.

Spostiamoci nel sud della Sardegna con il libro di Ferdinando Pilia, Sulcis – Natura e ambiente, di oltre 200 pagine rilegate in tela con sovraccoperta.

Il volume, illustrato con le foto di G. Sedda, si apre con la storia e la geografia del territorio; seguono schede su Pula, Villaperuccio, Domus De Maria, Teulada, Santadi, Nuxis, Tratalias e Perdaxius.


Dal sud viaggiamo nuovamente verso nord con l’opera di Dionigi Panedda I Nomi Geografici dell’Agro Olbiese. Frutto degli ultimi anni di lavoro di Panedda e pubblicato postumo, raccoglie notizie su 2400 nomi e si caratterizza, scrive Giulio Paulis nell’introduzione, per «completezza della documentazione storica».

Ancora due chicche che hanno trovato posto in libreria nel 1991.

La prima riguarda Massimo Pittau, già docente di lingua sarda all’Università di Sassari, che dà alle stampe la sua Grammatica della lingua sarda, nella quale fornisce una serie di norme pratiche e chiare – derivate dall’uso che ne fanno gli scrittori – per regolare l’impiego del sardo-logudorese.

La seconda ce la regala l’immancabile Vico Mossa nel suo Luna&Sole – curiosità edilizie di Sassari.

Facendo appello alla conoscenza profonda e capillare che ha della città e dei suoi edifici, Mossa presenta qui – per brevi capitoli come sua abitudine – tutta una serie di note, memorie, notizie e curiosità a uso e consumo di chi abita a Sassari senza averle mai conosciute.

1992

Gianni Montaldo, nel suo Le torri costiere della Sardegna, ha raccolto il frutto di un lungo lavoro di visita e rilevazione delle torri costiere.

Le sue schede sono precedute da una introduzione storica di F. C. Casula e una geologica di G. Barroccu.

Il libro consta di quasi 500 pagine ed è inserito in un pregiato cofanetto che ne consente una più curata conservazione.

Scrive Pasquale Onida, allora Assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente nella sua presentazione dell’opera: «Gli storici affermano che in Sardegna l’opera di fortificazione costiera si sviluppò tra il XVI ed il XVIII secolo, inizialmente e con grande impulso sotto il regno di Carlo V, quindi durante la dominazione spagnola e ancora oggi se ne contano ben 105 e costituiscono un sicuro stimolo e curiosità dei visitatori.

In un periodo nel quale con sempre maggiore insistenza si parla di turismo ambientale anche le Torri costiere, al pari dei Nuraghi, costituiscono una componente essenziale del paesaggio del nostro territorio al quale sono strettamente legate e del quale costituiscono una memoria storica».

Cuglieri e dintorni, una guida di Rossella Filigheddu e Franca Valsecchi che rimane in tema di itinerari ambientali, rivolge principalmente la sua attenzione alla flora e agli aspetti della vegetazione, ma brevi capitoli vengono dedicati anche a geologia, clima, aspetti faunistici; chiudono il volume gli itinerari escursionistici.

Cambiando genere e passando alla saggistica, è facile soffermarsi sul libro di Luciano Cicu, Donne petroniane.

Cicu, docente di Storia della letteratura latina all’Università di Sassari, dà un’analisi originale del Satyricon, la celebre opera di Petronio, alla luce delle figure femminili di cui racconta: un testo scientifico che si legge come un romanzo è la definizione che meglio calza per questo gustoso volume.

L’Associazione Amici del Giardino ha realizzato un libro dedicato al mondo dei fiori, dal titolo evocativo I fiori nel tessuto e nel ricamo sardo.

Contenente scritti di Antonio Romagnino e Rosi Sgaravatti, il lavoro racconta la presenza dei fiori nei tessuti artigianali sardi attraverso le significative fotografie di Stefano Grassi.

Il volume è rilegato in seta ed è racchiuso da una elegante custodia.

Ma, come abbiamo avuto modo di constatare in parte, sono diversi i libri degni di interesse anche per quest’anno.

Continuiamo il nostro viaggio con Giulio Paulis e il suo I nomi popolari delle piante in Sardegna, presentato da Emidio De Felice, celebre linguista e lessicografo italiano scomparso l’anno successivo all’uscita del volume.

Nell’opera, dai nomi delle piante il discorso s’estende, in schede accompagnate da disegni, ai modi di dire e alle tradizioni popolari che vi si collegano, e all’uso che ne veniva fatto nella medicina popolare.

Forse un tantino autoreferenziale può considerarsi il libro di Salvatore Tola, Un’isola e i suoi libri, in cui sono raccolte una serie di notizie che, nell’insieme, forniscono un quadro dell’editoria sarda odierna, i problemi e le prospettive.

Segue l’inventario delle opere più significative tra quelle oggi in catalogo.

Ma un pizzico di campanilismo non guasta, soprattutto se contribuisce a diffondere il sapere.

È il caso di Porto Torres e il suo volto, una raccolta di saggi di esimi professori che racconta a tutto tondo la città affacciata sul mare.

Attilio Mastino si occupa della città in epoca romana; Roberto Caprara racconta del periodo bizantino;

Vico Mossa ricostruisce le vicende architettoniche che hanno fatto della città quello che è oggi;

Aldo Pinna ne ripercorre le più recenti trasformazioni. Il volume, ricco di illustrazioni, viene presentato in occasione del 150° anniversario dell’autonomia municipale della città (1842 – 1992) alla presenza dell’allora sindaco di Porto Torres Giacomo Rum e dell’allora sindaco di Sassari Franco Borghetto, insieme a Gavino Sanna e con la partecipazione del Coro Polifonico Turritano.

L’ultima nota di questo secondo anno di fine secolo è riservata al cartonato di oltre 300 pagine del trio Brivio, Lechi e Zuoli: Il telerilevamento da aereo e da satellite.

Derivato da un corso di telerilevamento tenuto a Sassari da esperti italiani e stranieri, questo libro, ricco di tavole e grafici, rappresenta il primo testo in lingua italiana su un argomento destinato a diventare sempre più parte integrante dei perfezionamenti della ricerca scientifica.

1993

Il discorso intorno alla conversione dell’Isola dell’Asinara da carcere di massima sicurezza in Parco Nazionale si fa fervente.

Esce in questo clima il lavoro che comprende, tra gli altri, i saggi di Angelo Castellaccio, Andrea Cossu, Giuseppe Doneddu, Vittorio Gazale, Xavier Monbailliu e Raimondo Zucca, oltre ad una importante selezione di circa 200 fotografie realizzate da Marco Rodolfo Crilissi.

Titolo dell’opera è Asinara – Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente.

Il libro, curato da Antonio Torre, contiene dieci saggi attraverso i quali dodici autori ci danno un quadro esauriente del passato e del presente dell’isola, interessata da uno storico processo di trasformazione nella sua – per così dire – destinazione d’uso.

All’epoca della presentazione, l’uscita di quest’opera viene accompagnata da una mostra fotografica nel corso della quale i politici locali invitati all’evento spendono parole importanti affinché il progetto del Parco Nazionale, da tempo nell’aria, possa al più presto concretizzarsi. Vederlo oggi realizzato è, anche se indirettamente e a distanza di tanti anni, un motivo di vanto per la Casa editrice.

Nell’era del VHS player e recorder esce anche un’altra opera, poi trasposta in DVD, sempre dedicata al futuro Parco dell’Asinara.

La pubblicazione comprende un volumetto di una cinquantina di pagine, “Asinara, l’isola proibita” otto stampe in quadricromia e una videocassetta di 28 minuti in cui è racchiuso non solo l’invito alla conoscenza di una natura straordinaria, bensì un punto fermo: il ritratto del paradiso dell’Asinara così come si presentava nel corso dei primi anni Novanta.

Il ritratto di un’isola incontaminata che sarebbe opportuno conservasse anche in futuro la sua proverbiale purezza.

Dal mare dell’Asinara verso l’entroterra, con il libro curato da Ignazio Camarda Montagne di Sardegna.

Frutto del lavoro di un nutrito gruppo di studiosi, il volume raccoglie in diciassette saggi un quadro esaustivo della realtà e dei problemi dei territori sardi compresi nei rilievi che superano i 1000 metri di altezza.

Una piacevole escursione culturale sulle vette dell’isola.

Passando poi dall’ambiente all’archeologia, viene riproposto il volume di Antonio Taramelli Carte archeologiche della Sardegna, in cui sono riprodotte, a cura di Alberto Moravetti, le dieci carte dei giacimenti archeologici sardi, arricchite di un utile indice, che il Taramelli aveva pubblicato nel 1929 unitamente a 3454 schede di utile consultazione.

La narrativa riserva una sorpresa con la pubblicazione del libro di Tim Severin, Il viaggio di Ulisse – Sulle tracce dell’Odissea.

Specializzato nel ripetere i grandi viaggi del mondo classico, Severin racconta nel suo libro come, fatta costruire un’imbarcazione simile a quella del mitico Ulisse, abbia poi seguito le tracce dell’eroe di Itaca lungo il Mediterraneo.

Per tutti i cultori-intenditori del pregiato nettare dell’uva, il prof. Antonio Vodret dell’Università di Sassari pubblica Sardinia, insula vini;

una maestosa opera che si distingue per completezza e precisione e che racconta ogni dettaglio del mondo vinicolo isolano: la storia, l’ambiente, i vitigni, le strutture di trasformazione, le tipologie, l’elemento di chiusura, le schede enologiche, le etichette.

Scrive l’autore nella premessa dell’opera: «Alla fine del 1500 Andrea Bacci, medico alla corte del Papa Sisto V ed esperto conoscitore della produzione vinicola dell’epoca, nello scrivere il suo libro “De naturale vino rum historia”, definì la nostra regione “Sardinia, insula vini”.

[L’opera], tra l’altro, vuol essere un giusto riconoscimento ai valenti enotecnici che operano in Sardegna e che hanno come loro principale obiettivo il miglioramento dell’enologia della nostra isola, isola che può anche essere definita con uno slogan altrettanto efficace: “Sardegna: un vigneto in mezzo al mare Mediterraneo”.»

Seneghe è il volume di Raimondo Pili dedicato al paese in provincia di Oristano, realizzato consultando documenti e libri ma anche riprendendo quanto riportato dalla tradizione orale.

Segnaliamo infine l’uscita del primo volumetto per la collana Guide e itinerari ambientali della Sardegna. La fauna, dedicato da Domenico Ruju a un animale simbolo della nostra isola: Il muflone.

In esso si raccontano vita e abitudini di questa superba specie e si riferisce com’è stata descritta nei tempi passati.

Chiude il libro una scheda biologica di S. Naitana.

Redazione

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