Fiorenzo Caterini: Orfeo ed Euridice al tempo del coronavirus.
Euridice, inseguita dal perfido Aristeo, distrattamente calpestò un aspide, che la morse, avvelenandola a morte.
Orfeo, saputo della morte della sua amata, iniziò il suo canto straziante. Un canto tanto straziante quanto sublime, al punto che gli dei, commossi, decisero di aiutarlo a riportare in vita Euridice.
Diedero così la possibilità a Orfeo di introdursi negli inferi per ricondurre fuori la sua sposa, ma ad una condizione. Euridice lo avrebbe seguito ma lui, Orfeo, non si sarebbe mai dovuto voltare a guardarla, mai, per nessuna ragione.
Così fece Orfeo, e dopo mille peripezie, scorse Euridice negli inferi. Orfeo, ligio alla promessa fatta agli dei, si voltò per tornare indietro, sapendo che la sua amata lo avrebbe seguito.
Euridice seguiva Orfeo, ma non capiva l’indifferenza del suo sposo. Perché non mi guardi in volto, Orfeo? Forse che non mi ami più? Io anima mortale, che qui sono confinata, e tu che non mi degni di uno sguardo?
Non ti voltare Orfeo, non ti voltare. Non ti voltare per nessuna ragione.
Orfeo? Guardami ti prego! Dammi un segno del tuo amore!
Tieni duro Orfeo, sei quasi fuori, ancora poco e potrai riabbracciare il tuo amore. Non ti voltare Orfeo!
Poi giunse una pattuglia di poveri diavoli da strapazzo, sibilando e sbraitando, voltati bischero, riapriamo tutto, usciamo da questi inferi, mille euro per tutti, ti stanno imbrogliando, fai girare, basta immigrati, gregge coreano, girati e facciamola finita.
Orfeo, confuso da quelle grida stridule, non comprese bene, istintivamente si voltò e vide la sua amata Euridice, per l’ultima volta, sprofondare definitivamente negli inferi.
