11 maggio 1920

11 maggio 1920

11 maggio 1920: drammatici disordini ad Iglesias. I carabinieri sparano sui minatori in sciopero, uccidendo 7 lavoratori e ferendone molti altri.

Le cronache di questo drammatico dopoguerra sono disseminate di disordini, agitazioni, violenze.

I minatori scioperano a partire dal dicembre del 1919, arrivando a coinvolgere 8 mila lavoratori: durante la guerra le miniere hanno conosciuto alti e bassi di produzione e di occupazione, ma ora la crisi comincia a diventare sempre più stabile e il lavoro sempre più precario.

Così, subito dopo che all’inizio dell’anno il concordato di Roma ha concesso aumenti del 25 per cento per i lavoratori delle miniere metallifere e del 30 per cento per quelli delle carbonifere, gli industriali capitanati da Ferruccio Sorcinelli, che s’avvia a diventare il più risoluto “importatore” del fascismonell’Iglesiente e nel Sud dell’isola – iniziano una manovra di sganciamento dagli impegni già assunti.

Al centro di quella che sembrava una delle tante manifestazioni del bacino minerario, in questo 11 maggio l’Iglesiente conosce un’altra giornata di sangue.

Scendendo a Iglesias, i lavoratori in sciopero trascinano con sé il direttore delle miniere di Monteponi, l’ingegner Binetti, che voleva trattenere mezza giornata di paga ai minatori che il giorno prima erano andati in città per sentire un comizio del sindaco Angelo Corsi (Iglesias aveva una amministrazione socialista già dalla grande “avanzata” del 1914 nelle elezioni amministrative).

Arrivato in città, però, il corteo si trova le strade che portano alla piazza del Comune sbarrate da fitti cordoni di carabinieri e di “guardie regie”.

Fra i dimostranti c’è un attimo di incertezza, e Binetti ne profitta: si svincola con uno strattone dalle mani che lo trattengono e corre a rifugiarsi dietro lo sbarramento delle forze dell’ordine.

I dimostranti riprendono l’avanzata, ma a quel punto carabinieri e guardie regie aprono il fuoco sparando ad altezza d’uomo.

Quando la folla si dirada di colpo, sul terreno restano morti e feriti.

Il bilancio finale è di 7 morti e 22 operai feriti, cinque

tra carabinieri e guardie regie feriti.

«La città è in preda al terrore», scrive il cronista.

Redazione

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