Mistero dei Nuraghi.

Mistero dei Nuraghi.

L’isola del mito raccontata da Virgilio Lilli …

Accidenti come è rincrudita la Sardegna, andando verso Nuoro! Pareva che più di così come ci s’era presentata non poteva essere.

Eppure ora si caricava e si faceva tuttavia più schietta.

E’ che Nuoro è una Sardegna quintessenziata, un concentrato, un estratto di Sardegna, una Sardegna in scatola. (…)

…Ma ecco a tratti compaiono i coni massicci e granitici dei Nuraghi.

Oscuri, gravi, barbari ed elementari, questi grossi pagliai di pietra stanno posati sulla terra come enigmi fatti concreti. Nelle loro pance ad imbuto, nelle quali ristagna l’ombra come un’acqua, c’è un silenzio di macigno, un’atmosfera da sepolcro. Penetrarci è come se si entrasse in grossi catafalchi, le pietre sanno di sarcofago, le pareti sono concave come quelle delle botti, c’è un clima di cantina e di fortezza, un sapor di galera, un’aria archeologica, da antiquari, preistorica, inintelligibile.

Buttando lo sguardo pei tagli delle feritoie si pensa di vedere un paesaggio antidiluviano, da caverna: mammuth, uomini pelosi come scimmie, draghi, serpenti volanti, pesci con teste d’uomo e zampe di cavallo, ragni grossi come vacche.

Il Nuraghe è forse la costruzione più solitaria che io abbia finora incontrato. Più solitaria delle piramidi d’Egitto, più solitaria delle Sfingi. Nel suo interno si svolge una vita silenziosa, minima: il ragno ordisce trame di tele mastodontiche, spunta faticosamente l’erba miseria, la tarantola sosta all’infinito sulla pietra polverosa, sonni profondissimi dormono i pipistrelli appesi alla volta come piccole ombrelle chiuse.

dal fondo del Nuraghe, che si va man mano restringendo a cono in alto attorno ad un foro ch’è al vertice – come nei mausolei – si vede un cielo lontano e perduto come i cieli che devono sognare nei cimiteri i trapassati….

Vincitore ex-aequo con Elio Vittorini nel 1932 come migliore resoconto di un viaggio in Sardegna, il lavoro di Lilli resta per sessant’anni chiuso in un cassetto.

Viaggio in Sardegna
Di Virgilio Lilli
Presentazione di Gabriella Contini

Nel 1932 il settimanale “Italia Letteraria” promosse una crociera in Sardegna, come iniziativa turistica e culturale.

Al prezzo eccezionale di 650 Lire, scrittori artisti e intellettuali in genere furono invitati a visitare “a buon mercato una bella regione: otto giorni di mare e di terra!

Alla crociera fu abbinato uno speciale premio letterario per il miglior diario di viaggio: 5.000 lire e pubblicazione su “Italia Letteraria”.

La giuria assegnò il premio ex aequo a due testi anonimi: il primo di Elio Vittorini, rimaneggiato dall’autore diventerà il noto “Sardegna come un’infanzia”; il secondo di Virgilio Lilli, mai più pubblicato dopo la prima volta sulla rivista.

Nel 1999, un sessantennio dopo, la Carlo Delfino editore pubblica questo prezioso resoconto che come dice Gabriella Contini nella presentazione del libro:

…il diario conserva il fascino del provvisiorio e lo scatto dell’improvvisazione e ci appare contemporaneamente “datato”, carico di segnali interni che lo legano alla cultura degli anni trenta, all’ambiente in cui l’autore si formò e visse, e felicemente anarchico rispetto ad ogni scuola e canone.

Giocose arditezze avangaurdistiche si mescolano al gusto per un linguaggio sottilmente indiretto e allusivo, che rinvia, non senza consapevolezza e civetteria, alla prosa d’arte e al modello di Ojetti.

Perché oggi parlare di questo libro? perché citare un “viaggiatore” degli anni ’30?

Perchè nella lettura dell’opera, breve a dire il vero, concisa e con una prosa intrigante che spinge a leggere il libro tutto d’un fiato, il lettore è portato naturalmente a vedere il cambiamento della nostra amata terra.

La considerazione che oggi il nostro patrimonio, storico – archeologico – culturale, sta guadagnando a livello mondiale. Il riconoscimento con una punta di orgoglio che fa crescere ancor più la considerazione che se ne ha all’esterno. Perché i primi a crederci davvero dobbiamo essere noi sardi.

Ma, soprattutto, capire le ragioni di questa “notorietà” significa riconoscere l’opera che studiosi e artisti delle diverse discipline hanno realizzato negli anni, nonché l’importanza che la catena editoriale ha avuto e ha tuttora nella divulgazione delle opere.

Perché un libro è per sempre e su di esso si radica la cultura che esplode in mille rivoli e in mille menti.

Susanna Piga

Susanna Piga, laureata in Scienze Politiche, ha conseguito un Master in Economia e Marketing del turismo. Appassionata di Digital Marketing, di Social e delle nuove tecnologie di comunicazione. Fotografa e scrittrice. Ha pubblicato con Carlo Delfino editore "Cagliari scritta con la luce" e "Al di là del muro. Buoncammino. Alla scoperta dell'ex carcere di Cagliari".
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