G. Antonio Farris: LA SARDEGNA COME UN GRANDE “PARCO AGRO-ALIMENTARE”
(Recupero e valorizzazione delle produzioni tradizionali della Sardegna)
In tutto il mondo i Parchi Naturali sono nati con l’obiettivo di salvaguardare diverse entità (biologiche, geologiche, storiche, ecc.) uniche. In tal modo la complessa biodiversità del mondo vivente è potuta arrivare fino ai nostri giorni.
La biodiversità non si esprime soltanto con le differenze che contraddistinguono le forme viventi o gli ecosistemi ma anche con tutto ciò che le stesse specie (animali e vegetali), attraverso le loro manifestazioni, riescono ad esprimere.
L’uomo, fin dal suo apparire sulla terra, ha creato, modificato, trasformato tutto ciò che in qualche modo poteva contribuire a rendere la sua vita meno difficile.
Molte scoperte sono avvenute “per caso”, ma, attraverso la sua intelligenza, l’uomo le ha sapute ripetere e perpetuare.
E’ il caso di quasi tutti i prodotti alimentari tradizionali: birra, vino, pane, prodotti lattiero-caseari, prodotti vegetali fermentati, prodotti da carne, ecc. Inoltre, in relazione alle condizioni sociali, climatiche e culturali, il numero e le differenze dei prodotti alimentari aumentarono notevolmente.
Fin dall’antichità i Paesi del bacino del Mediterraneo hanno sempre espresso un gran numero di varietà diverse di prodotti alimentari, spesso alimenti poveri ma sempre funzionali alla società che li esprimeva.
La Sardegna, posta al centro del Mediterraneo, è forse la regione che annovera la più elevata biodiversità alimentare: ogni zona (e spesso ogni paese) ha i suoi tipi di pane, i suoi vitigni, i suoi insaccati, i suoi formaggi, i suoi dolci, ecc.
Con l’avvento dell’industrializzazione e, conseguentemente, di un certo benessere economico, molti di questi prodotti sono stati abbandonati; prodotti tipici e tradizionali hanno lasciato il posto a prodotti anonimi e banali, soprattutto sotto l’aspetto qualitativo.
Un immenso patrimonio stava rischiando l’estinzione.
Ma dopo il periodo in cui era rifiutato tutto ciò che proveniva dal passato, si è fatta lentamente strada la consapevolezza che i prodotti agro-alimentari tipici e tradizionali meglio rispondevano all’esigenza “del mangiare sano”.
Qualità della vita, significa, per un numero sempre più elevato di persone, non solo vivere in un ambiente pulito, ma nutrirsi di alimenti di cui si ha la certezza dell’origine e della composizione “rispettosa” della salute.
Inoltre, per una regione come la Sardegna, questo patrimonio agro-alimentare potrebbe diventare occasione di lavoro e di sviluppo. Infatti, sono ormai molte le imprese, spesso familiari, che producono i più disparati prodotti con tecnologie tradizionali. Altri utilizzano tecnologie innovative, ma sempre nel rispetto della tipicità.
In questi ultimi anni la domanda si è accresciuta notevolmente; nel contempo, per scelte politiche prese lontano dalla Sardegna, alcune materie prime stanno mancando (è emblematico il caso dei cereali). La conseguenza è che stanno diventando sardi molti prodotti che di sardo hanno soltanto il fatto che sono stati trasformati in Sardegna e dei quali non si conosce affatto la provenienza delle materie prime.
Solo recuperando l’origine regionale delle materie prime e dei processi di trasformazione (che, anche facendo riferimento a tecnologie innovative, conservano “gli antichi sapori”), è possibile valorizzare pienamente i prodotti agro-alimentari della nostra isola.
Per nostra fortuna molti sono ancora i prodotti che mantengono spiccati caratteri di tipicità e per i quali da parte di molte persone c’è una costante richiesta e ricerca.
Questi prodotti devono essere salvati, ulteriormente studiati e sperimentati e proposti ai consumatori con una intelligente attività di marketing.
Ogni prodotto agro-alimentare tradizionale deve essere considerato un bene da salvaguardare nell’interesse di tutta la comunità sarda.
La Sardegna, in questo senso, deve essere considerata come un GRANDE PARCO AGRO-ALIMENTARE che, alla pari dei parchi naturalistici o genetici, sviluppi proprie strategie a favore delle entità da salvare.
Tra i tanti obiettivi del Parco, ne elenchiamo alcuni:
- censimento di tutti i prodotti agro-alimentari tipici;
- creazione di musei dove conservare i più importanti prodotti agro-alimentari simbolo;
- scelta di quelli che possiedono delle caratteristiche qualitative per le quali, concretamente, vale la pena conservarli;
- studio di questi ultimi, considerando tutti gli aspetti tecnologici (materie prime, fermentazione, trasformazione, conservazione, ecc.)
- creazione di una banca di microrganismi autoctoni e selezionati con metodologie biotecnologiche e disponibili per chiunque ne faccia richiesta;
- strategie globali (che tengano conto non solo del prodotto in sé ma anche del territorio/ambiente dove viene prodotto) di valorizzazione (marketing).
Attraverso i prodotti tipici viaggia nel mondo l’immagine della Sardegna e viceversa, con l’obiettivo finale di creare non solo benessere ma soprattutto conservare ed incrementare la qualità della vita.