Susanna Piga: “La danza delle emozioni umane”.

Susanna Piga: “La danza delle emozioni umane”.

Davide e Golia al tempo del Coronavirus.

Sentimenti contrastanti accompagnano le nostre giornate chiusi nelle nostre case con gli affetti più cari. A confronto con il nostro Io più profondo e i nostri valori ci riappropriamo degli strumenti elementari del nostro essere “umani” che nella nostra vita “in corsa” abbiamo trascurato.

Tra i tanti pensieri emersi nella mia mente in questi giorni di quarantena forzata, uno lo voglio condividere con chi avrà tempo e voglia di leggere queste mie poche righe.

Il Re dei virus, il Coronavirus, ha mostrato al mondo intero le debolezze sulle quali è costruito. Da vero e proprio agente democratico, colpisce tutti senza distinzione di età, sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali.

Azzera le differenze che l’umanità ha costruito nei secoli di storia. E, se guardiamo la mappa della diffusione mondiale, colpisce maggiormente i territori più “progrediti”, più ricchi. Un dato sul quale dobbiamo riflettere.

Il Coronavirus entra con noi nelle nostre case e colpisce tutti in modo “irriverente”. Miete vittime nelle persone più fragili o in quelle esposte in prima linea. Lutti e dolore sono le scie del suo passaggio.

E’ riuscito a penetrare nei corpi e nelle menti degli esseri umani di tutto il pianeta, più di tutti i suoi simili che l’hanno preceduto nel corso della storia causando le note pandemie: tifo, peste, colera, spagnola, asiatica.

Ha fatto emergere dalle tenebre la paura atavica, la più primitiva e fondamentale emozione umana.

Non quella paura che talvolta proviamo verso i casi della vita, quella che lascia rabbia e frustrazione e senso di inadeguatezza.

No! ha risvegliato la primigenia paura umana, quella che contiene la speranza e l’aspettativa che alla fine del nostro “nasconderci” al pericoloso virus, la belva feroce che ci costringe in quarantena, potremo ricominciare in un mondo migliore.

Ha risvegliato l’amore, la linfa vitale degli esseri umani. L’emozione fondamentale, senza la quale non esisteremmo.

L’isolamento sociale ci permette di avere tutto il tempo a disposizione per riappropriarci e curare gli affetti più cari dentro le nostre case e, attraverso il digitale, tenere contatti quotidiani con i familiari e gli amici più vicini ai nostri cuori.

Ora abbiamo il tempo e scopriamo che molte delle nostre priorità del periodo antevirus non sono più tali.

Le emozioni positive danzano un ballo universale che si diffonde in tutto il pianeta, unendo i cuori di tutti.

Danzano con la musica della solidarietà tra le Nazioni, unite contro un comune pericolo.

E’ un momento storico importante nel quale i nostri cuori sono pronti a guidare il cambiamento. Oserei dire che la libertà personale momentaneamente perduta ha destato il nostro Io più profondo. Ascoltiamolo!

Nella storia di oggi entrano di prepotenza due miti classici: la storia di Davide e Golia e il tallone di Achille.

Miti che possono essere le guide per la ricostruzione del dopovirus, perché ci sarà e tutti insieme dovremmo costruire un mondo migliore. Mettere in prima linea le priorità emerse nel corso del nostro isolamento sociale per superare le debolezze evidenziate nella gestione dell’emergenza.

Il gigante Golia (il mondo e i governi che ne fanno parte) è stato attaccato da Davide, il minuscolo e invisibile virus che ha reso obsoleto l’intero sistema di Difesa nazionale.

Il tallone di Achille è la breccia nella difesa, dalla quale l’agente nemico è penetrato, mettendo a rischio l’intera struttura.

Moniti non distruzioni totali. Infatti, se le vite umane hanno un peso, e ce l’hanno, dobbiamo riflettere tutti insieme e ciascuno di noi per proprio conto, soprattutto per onorare le memorie di chi ne è stato vittima e dei familiari che ne subiscono la mancanza, sul mondo che vogliamo, sulle priorità che chiederemo per garantire la sicurezza e la pace.

Ecco, quindi, la macro-debolezza: abbiamo le migliori e più moderne armi per la guerra , per la costruzione delle quali sono state drenate enormi risorse pubbliche e non abbiamo quelle che servirebbero oggi contro il virus letale.

Sono armi spuntate quelle date in dotazione a chi opera in prima linea contro il coronavirus.

E’ stata attuata una politica sanitaria scellerata, con tagli e ritagli, e oggi non abbiamo né posti letto sufficienti né respiratori, né personale sanitario numericamente sufficiente per operare 24 ore su 24 in situazioni umane sopportabili.

Il primo cambiamento della politica del dopovirus dovrà necessariamente rispondere a queste carenze, per giustificare almeno in parte le pesanti perdite umane. E non mi si venga a dire che per lo più erano anziani con malattie pregresse! Erano uomini e donne che sarebbero ancora vivi se questo virus non fosse arrivato! Punto.

Tutto questo ha portato alla luce un’altra emozione umana, ricoperta dalla polvere delle lotte secolari: la compassione, dalla quale scaturisce la solidarietà.

Contrariamente alla guerra, il Covid-19 come viene chiamato in codice, ha riunito i Paesi nella sofferenza e nella lotta, creando un sistema di solidarietà e di aiuti internazionali senza precedenti.

Nessun organismo internazionale è mai riuscito a centrare quest’obiettivo.

E oggi, chiusi dentro le nostre case con gli affetti più cari, dobbiamo riflettere individualmente e collettivamente sul mondo che vorremmo ricostruire quando tutto sarà passato.

Sostituire definitivamente la parola guerra con solidarietà e pace.

E per questa riflessione possiamo trovare sostegno nei libri, nella cultura, la nostra memoria storica che ci permette di non dimenticare e di attingere alle esperienze del passato per costruire il presente e il futuro.

Grazie per il tempo che mi hai dedicato.

Buon #iorestoacasa

Susanna Piga

Susanna Piga, laureata in Scienze Politiche, ha conseguito un Master in Economia e Marketing del turismo. Appassionata di Digital Marketing, di Social e delle nuove tecnologie di comunicazione. Fotografa e scrittrice. Ha pubblicato con Carlo Delfino editore "Cagliari scritta con la luce" e "Al di là del muro. Buoncammino. Alla scoperta dell'ex carcere di Cagliari".

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