Luciano Deriu: IL PICCOLO PRINCIPE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
In questi giorni su Canale 5 un lungo filmato sulla vita di Tonio, Antoine de Saint Exupéry, molte immagini riprese ad Alghero nella villa di Porto Conte o all’Aeroporto Militare. Nessuna parola su Alghero.
Eppure la vicenda algherese dello scrittore volante non si può dire che sia sconosciuta, dopo che io, ma anche altri autori, l’abbiamo ampiamente diffusa.
Il mio lavoro “Il Piccolo Principe dall’isola alle stelle” è andato sulle televisioni nazionali, al Salone del Libro di Torino, nelle redazioni di molti giornali e alla stessa famiglia dello scrittore, che avevo coinvolto nel lavoro di ricerca.
Lavorai a quel tema con grande coinvolgimento. Ripercorsi, con il mio taccuino di appunti, i luoghi più importanti della vita di Saint Ex. Il personaggio mi era entrato nella testa e nel cuore e, a un certo punto, non distinguevo più il piccolo principe della favola dal mito dello scrittore, uniti dal mistero della scomparsa nel cielo.
Saint Ex è il Piccolo Principe che guarda il nostro pianeta, lo vede diviso da meschini egoismi e sogna un’umanità che, tutta intera, sia rivolta al bene, al bello, alla solidarietà tra i popoli.
E oggi la peste moderna, il Coronavirus, ci obbliga allo stesso sguardo. A riscoprire, che potenti o pezzenti, siamo un’unica umanità, tutti coinvolti , nessuno assolto. Tonio, il cavaliere del cielo, se n’era accorto, guardando il mondo del Secondo Grande Macello Mondiale.
Il mondo non sarà più come prima, si dice. Ne usciremo migliori, più consapevoli. Vorrei crederlo, ma non ne sono convinto. Troppe volte, dopo ciò che sembrava un’apocalisse e una catarsi, il pianeta ha continuato a dividersi in interessi contrapposti.
E io in tempi di Coronavirus faccio il piccolo principe solitario.
Lui era sul suo pianeta. Io nella campagna su una collina a sud di Alghero. Lì c’era una rosa da coltivare, qui, meno poeticamente, querce e corbezzoli da sfoltire con motosega.
C’è anche una volpe che di notte si affaccia ogni tanto, ma non è quella della favola, non vuole parlare con me, sfugge al contatto.
Poi ci sono molti abitatori. Il geco è accolto in casa, le tartarughe stanno fuori dalla porta. Di notte si sente qualche cinghiale, cerca tuberi e lascia profondi solchi sul terreno.
E anche qui, per chi la vuol vedere, c’è la poesia. L’azzurro del mare mi fa compagnia e Capo Caccia è un gigante che sonnecchia imperturbabile di fronte alle tragedie umane. Quando lo guardo, ci leggo Leopardi e il discorso sulla imperturbabilità della Natura.
Ho grandi tele e cavalletti e ho iniziato una sequenza di dipinti azzurri, ispirati al mare.
Mi tengo connesso con l’Editore per il lavoro di scrittura. E naturalmente leggo e scrivo tutti i giorni. Indovinate che cosa scrivo? Una fiaba per bambini.
Per Luciano Deriu.
Hanno parlato di Alghero e anche di Saint Ex, ma non libro, domenica scorsa su Raiuno nella trasmissione “Linea Verde” alle 12,20. Lo si può rivedere su Raiplay.